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WSOP 2012 – Il campionato del mondo “vietato” agli italiani e alle donne
Alle World Series dello scorso anno era probabilmente l’evento più atteso.
Quest’anno ha perso un po’ di smalto a favore del torneo dei tornei: il “Big One For One Drop” dal milione di dollari di buy in.
Ma sta di fatto che il 50mila Championship è probabilmente il torneo più complesso e “famoso” delle intere WSOP.
Isildur, Phil Ivey, Antonius che dopo essere sparito dalla circolazione per un po’ è tornato proprio per questa competizione, e persino Gus Hansen che avevamo lasciato a qualche gamblata in giro per il mondo: tutti in sala Amazon a giocarsi un primo premio da 1 milione e mezzo di dollari.
Agli occhi di qualsiasi appassionato di statistica emergerebbero subito due dati:
1) totale assenza degli italiani
2) totale assenza di giocatrici
Il discorso sugli italiani è piuttosto delicato e a prender parola è il decano di tutti, Max Pescatori. “Ti sei fatto due conti? Quali sono gli italiani in grado di giocare questo torneo? Siamo in tre: io, Dario Alioto e Alessio Isaia, che padroneggiamo le 8 varianti. Ma val davvero la pena investire così tanto in un torneo con un field di questo livello? Io direi proprio di no.
In più ti dico una cosa: l’elemento chiave per giocare questo torneo è uno e uno soltanto, il prestigio. Il 50k lo giochi perché se arrivi primo sei il campione del mondo del poker. Solo che ora non è più così, ora c’è il torneo da un milione che si è preso tutti i riflettori delle WSOP. Quello è il torneo da vincere!”
Qualche minuti dopo lo vedo camminare per i corridoi del Rio, col suo fare sempre stralunato: stiamo parlando ovviamente di Alessio Isaia che riprende il discorso esattamente da dove l’aveva lasciato Max Pescatori:
“Un torneo così lo puoi fare se fai come Dario Alioto, ti piazzi qui, fai tutta la serie dei tornei delle varianti e se fai uno o due final table, beh allora ti puoi fare anche il 50K altrimenti è un suicidio. Dario Alioto ha avuto una run negativa e giustamente non l’ha fatto.“
Alessio Isaia è un fiume in piena: “Gli italiani non dovrebbero nemmeno giocare i tornei da 10k e infatti vedi quanti ce ne sono? 4-5 al massimo.
Field sempre più alti e tosti ma soprattutto la mannaia delle tasse che ci ha fatto cambiare tutti i programmi.
Nel mio caso, io sono venuto a Vegas tardi, con davvero poca voglia di farmi il filotto dei tornei e men che meno giocare il Championship che vuol dire:
a) spendere 50k
b) sapere che metà vanno in tasse
c) il field è uno dei più tremendi che tu possa trovare
Ma tu sai chi è Matt Glantz (uno dei player al momento in alto nel chipcount del 50k)? Matt Glantz è uno che non è famoso nei grandi circuiti, ma è uno che ti gioca il 500-1.000 limit ogni sacrosanto giorno qui a Vegas.“
Insomma il verdetto è molto semplice: giocare questi tornei…non conviene.
Un altro dato che risalta immediatamente è l’assenza delle donne.
Nel 2006 le donne al 50K furono 5.
Nel 2007, in 7.
Nel 2008, in 4.
Nel 2009 in 2 e nel 2010/2011 ci fu una sola donna a partecipare.
Nel 2012 ? Manco una!
Abbiamo chiesto un’opinione a Vanessa Selbst, una che il 50k non lo gioca certo per problemi di roll: “Non credo di avere una opinione precisa in merito. Dico solo che io non ho giocato il 50K perché ho preferito altri tornei in calendario, e che penso che tutto sommato il fatto che nessun’altra donna abbia giocato sia assolutamente casuale. Quest’anno alle World Series le donne hanno ottenuto risultati assolutamente straordinari, con tanti tavoli finali raggiunti. Perciò penso che il fatto che nessuna donna si sia iscritta al 50K non voglia dire nulla di specifico“.