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il 4 Lug 2012

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WSOP 2012 – Nicola Pegoretti: poker e felicità

WSOP 2012 – Nicola Pegoretti: poker e felicità

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In questo circo matto qual è il poker inciampare in Nicola Pegoretti è un’esperienza esaltante. Perché se hai di fronte il Sisal Friend, conosciuto ai tavoli online come BrunoLiegiBastonLiegi, smetti di parlare di poker giocato e cominci a entrare in territori come lo spirito, la felicità, la meditazione, insomma tutti quelli che argomenti che alla quarta riga di un’intervista farebbero crollare le visite di qualsiasi portale di poker.
Ma noi ce ne sbattiamo totalmente!

“Io lavoravo in un bar per mantenermi, figlio di una famiglia benestante a un esame dalla laurea. Quei finti lavori per cui comunque per arrivare a fine mese devi chiedere soldi ai tuoi.
E’ stato lì che ho scoperto il poker e ho scoperto che studiandolo avrei potuto fare molti soldi, e così è stato.
In quel periodo passai all’1-2 e feci 6mila euro in una settimana e la prima cosa che feci fu licenziarmi il lunedì seguente”

Cioè in quel momento hai deciso che avresti fatto il poker pro?
“No io non ho deciso di fare il poker pro. Ho deciso che avrei potuto usare il poker per mantenermi, mi sarebbe bastato guadagnare 1000 o 2000 mila euro al mese e sarei così riuscito ad avere la maggior parte della giornata libera per dedicarmi ai miei interessi e alle mie passioni.

A quanto sappiamo però non è andata così!
No, continuando a giocare ho scalato facilmente tutti i livelli ed era chiara la possibilità di guadagnare cifre di gran lunga superiori dedicando anima e corpo al grinding.
Cosi nel giro di qualche mese sono arrivato a giocare high stakes, certo, l’idea iniziale era decisamente mutata, tuttavia non dimentico mai la ragione per cui gioco: togliendo alcuni lati parzialmente affascinanti di questo gioco, per me il grinding ha il puro significato di un mezzo con il quale “comprare” il proprio tempo.
Il discorso qui approderebbe a un quadro sociale poco ortodosso del quale non credo riuscirei a parlare in questo breve tempo. Si tratta semplicemente di concretizzare le proprie passioni in ciò che socialmente è definito “lavoro”. Lì dove la maggior parte delle persone si trova come imprigionata in un meccanismo sociale che non lo rappresenta.

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Quali sono gli elementi di fascino che ancora riesci a trovare nel poker?
Ci sono alcune componenti del giochino che a livello psicologico e intellettuale sono molto affascinanti, e in generale giocare se lo si fa in misura moderata (quindi tendenzialmente non per lavoro) può essere divertente. Tuttavia nel momento in cui si arriva a toccare con mano il concetto di varianza svanisce molto rapidamente l’ aspetto romantico di questo gioco. Senza contare lo stile di vita totalmente malsano che spesso accompagna un player nei periodi di “mass-grinding”. Ore e ore passate al pc in sessioni sanguinose e totalmente alienati dal resto del mondo,e potrei andare avanti per ore con una lista di effetti collaterali cui si sottopone il classico grinder, per non parlare del giocatore live.

Cosa consigli per un rapporto equilibrato col poker? Cosa proponi per uscire da quello che molto spesso è un vortice che ti intrappola?
Beh non è detto che tutti ne vogliano uscire, o lo vedano come un vortice, io credo che la cosa importante sia essere consapevoli di ciò che accade attorno a noi, poi ognuno prenda le sue scelte. Per quello che ho notato io, il grinding porta ad una sollecitazione costante della parte razionale del cervello, portando quindi molto l’individuo su un approccio “mentale” alla vita e inibendo tutto ciò che è correlato alla sfera emotiva, artistica, intuitiva. Anche qui il discorso di fa davvero articolato, avvicinandosi alle filosofie orientali e alla meditazione si può capire facilmente come la felicità sia una condizione interiore, ed è possibile lavorare su se stessi per coltivarla, indipendentemente da tutto ciò che ci circonda. Sembra che il poker da un lato si presenti come uno strumento per raggiungere la felicità, dall’altro ci sottopone costantemente ad una serie di stimoli e circostanze che ci allontanano da essa.

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