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il 6 Lug 2012

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WSOP 2012 – Andrea Dato: “un bluff che ci stava”

WSOP 2012 – Andrea Dato: “un bluff che ci stava”

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La mano che compromette il torneo di Andrea Dato è un colpo in cui “Datino” tenta di bluffare Eddie Sabat, ottimo grinder californiano.

Il pro di Glaming decide di aprire standard 2x su bui 12.000-24.000 da cutoff con 67 con circa un milione e centomila fiches di fronte a sé. Viene chiamato dal solo big blind.

“L’avversario è un ottimo giocatore, a cui però non ho visto ancora fare nulla di straordinario. Intendo inventarsi qualche colpo strano o azioni davvero particolari, tranne una forse, un ottimo call a un bluff avversario….e vabbeh (Ride di gusto n.d.r.) forse questo non depone a favore dell’action che ti sto per raccontare”.

Il flop è T82: per Andrea Dato c’è un incastro e un draw di colore. Ma arriva inaspettata la donkbet dell’avversario a 120.000.

“Ecco qui dobbiamo ragionare un bel po’. Se fossimo in un field italico standard o ai limiti bassi o medi del cash game del nostro Paese, quando qualcuno ti donkbetta o sta proteggendo una mano come un draw oppure ha qualcosa, per farti un esempio, come 77 su flop 23T.

Qui siamo in un altro pianeta del poker e quando vedo una donkbet la prima cosa a cui penso è molto semplice: “un giocatore forte donkbetta in faccia a un altro giocatore forte”. Quindi il discorso tanto si semplifica, quanto si complica: di sicuro mi aspetto un range molto più polarizzato ovvero aria o mano molto forte. Qualora fosse così polarizzato rilanciare non ha nessuno senso quindi preferisco di gran lunga il call”

Il turn è un K con l’avversario che checka.

A questo punto” – racconta il pro di Glaming – “il suo range si sposta di più verso l’aria, ma siccome ho ZERO showdown value perché ho 7 high decido di puntare per fargli passare tutta l’aria nel range e vincere subito il piatto facendo 140.000.

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L’avversario chiama ancora.

Devo per forza rivedere tutte le mie teorie. Non ha una midhand molto forte, con cui farebbe una puntata al turn oppure si mette in checkraise e soprattutto non ha aria pura perché altrimenti non si spiega il call.”

Al river esce Q[q] e non si chiude il draw di Andrea Dato.  L’avversario checka di nuovo.

“Se le ipotesi del turn sono corrette, dovrebbe avere un T, una coppia di 9 oppure un 8. Faccio una puntata che rappresenti il range più ampio possibile, tra l’altro scelgo la size un po’ più bassa per rappresentare addirittura la Q, oppure AT, JJ. Se avessi alzato di più avrei potuto rappresentare solo AA o doppia.
Faccio 170 e lui mi chiama, girando K7”

 

“Ha bettato aria completa al flop per farmi passare subito, ha hittato il turn checkando top pair al turn…insomma si sono verificate tre condizioni super negative: LA PRIMA è che ha fatto top pair al turn con la sua aria, DUE ha deciso di checkarla e questo è stranissimo perché se mi donkbetti con K7 e poi esce la tua farai sicuro una seconda barrel, TRE ovviamente non ho chiuso la mia draw.
Tre coincidenze negative che mi hanno fatto perdere la mano. Molti hanno criticato la mano a carte viste, ma sinceramente ritengo di aver fatto una buona giocata!”

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