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WSOP 2012 – Il bilancio di Dario Alioto
Dario Alioto ha alle spalle qualcosa come 22 tornei giocati alle World Series Of Poker, tutti di varianti che spaziano da 2-7 triple draw al Ten Games, dallo Stud alla sua disciplina preferita, l’omaha”.
“A dire il vero sono ben sotto l’obiettivo dei 27 che mi ero riproposto di fare. E’ una scelta che ho fatto un po’ perché molti tornei si accavallavano ai day2 in cui ero presente, ma anche perché tra i 5 che ho saltato c’è proprio quel Championship che non mi andava di fare. Fino a qual momento le mie WSOP erano state disastrose e non avevo nessuna intenzione di cimentarmi con un torneo del genere”
Dario, ormai è tempo di bilanci prima del main, come è cresciuto e se è cresciuto il field delle varianti?
“Ti devo smentire: nei mixed games il livello non è per nulla cresciuto, anzi.
In primis, il numero dei partecipanti è lievitato parecchio livellando verso il basso la qualità del gioco, in secondo luogo ho notato che questi “novizi” decidono di approdare a questi eventi come se stessero facendo pratica, quasi esercizio.
Ovviamente questa è un fattore che rende ev+ partecipare ai tornei di varianti: tu pensa solo a qualche anno fa, parlo di due o tre anni fa in cui il field era composto solo ed esclusivamente da specialisti delle discipline. Adesso è esattamente il contrario, sono molti di più quelli che “si improvvisano” che i super pro.”
Che rapporto hai invece col main event?
“Con me caschi male, nel senso che paradossalmente per me il main event rappresenta un evento “minore” se così vogliamo dire. Un po’ perché si gioca a Holdem che notoriamente è il gioco a cui sono meno affezionato, un po’ perché è un torneo lunghissimo, infinito e già l’idea di giocare per 5 giorni per magari andare ITM vincendo due o tre volte al massimo il buy in….beh è qualcosa che mi fa venire davvero la pelle d’oca.
Però, come si dice in questi casi, non si sa mai…intanto giochiamo 😉
Come giudichi i risultati fino adesso?
Direi positivi. Da un punto di vista dell’impegno la resa è stata ottima, ho tenuto uno stile di vita compatibile con l’impegno dei tornei, una buona tenuta mentale e una concentrazione sempre a ottimi livelli. Gli altri anni era ben peggio, come dico spesso…mi capitava di “svegliarmi al tavolo”. Cioè capivo di essere al mondo quando iniziava il torneo e non andava benissimo.
Quest’anno ho cambiato radicalmente e ho sentito un notevole cambiamento nell’approccio alle fasi del gioco.
Ti dirò di più. Credo quest’anno di aver fatto le migliori WSOP di sempre: ho fatto 13-14 day2, sono arrivato top 25% quindi vicino ai soldi una dozzina di volte e ho fatto 4 ITM in tornei piuttosto tecnici. Davvero non posso lamentarmi.
L’unico rammarico sono i final table che ho mancato e i grossi cash out che non sono arrivati. L’importante però è mettersi nella condizione per esserci, poi il resto lo decide il destino se vincere o non vincere uno showdown