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WSOP 2012 – E’ sparito Chris Ferguson!
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Fino a qualche giorno fa, il gonfalone ricordo del suo titolo mondiale ottenuto nel 2000 faceva ancora bella mostra di sé nella Amazon Room del Rio. Oddio, dire bella mostra è forse un po’ esagerato dato che a differenza di tutte le altre bandiere, la sua era stata issata direttamente dietro al palco del feature table della Espn, e quindi era decisamente nascosta alla vista.
Un po’ come quella del vincitore del titolo 1994 Russ Hamilton, che non senza qualche polemica proprio quest’anno è stata issata nuovamente giusto a fianco di quella di Jesus (che tanto dopo il 1994 viene il 2000, no?), dopo essere stata ammainata per anni in seguito al famoso scandalo di Ub Poker in cui Hamilton ebbe parte attiva nella truffa da oltre 20 milioni di dollari a giocatori high stakes del sito, battuti da player i cui account erano dotati di privilegi da super-user che potevano vedere le carte dei rivali.
Bene, ora che le luci del tavolo televisivo sono state potenziate in occasione del Main Event, il gonfalone di Ferguson, che come è noto è tra gli accusati nella maxi-frode ordita dai vertici di Full Tilt Poker ai danni di decine di migliaia dei suoi utenti a cui non sono mai stati restituiti i rispettivi soldi, è completamente sparito alla vista. Anzi, a ben guardare non c’è proprio più. A fianco del bandierone di Carlos Mortensen, vincitore del titolo nel 2001, infatti, non c’è più nulla. Solo un vessillo del Big One for One Drop che forse copre, o forse addirittura è stato sostituito, alla gigantesca foto ricordo di “Jesus” Ferguson.
Ironia della sorte, appare Ray Bitar che si consegna alle forze dell’ordine a New York, e scompare la foto di Ferguson dalla Amazon Room. Ma, cosa curiosa, non si muove Russ Hamilton. Che logica ha tutto questo apparire sparire di bandiere dalle pareti della Amazon Room? “Nessuna logica. Né c’è alcuna decisione in merito. Le World Series of Poker non vogliono certo prendere una decisione in merito ora. Magari il bandierone è ancora là ed è semplicemente stato nascosto dalle strutture che servono a sostenere le luci” spiega il responsabile comunicazione delle Wsop Seth Palansky, che poi, incalzato, continua: “Ah, la bandiera non c’è proprio più? Sicuro che ci sia stato prima? Comunque, ripeto, nessuna decisione ufficiale”. Ah, ok, ora è tutto chiaro. Non che ci sia nulla di sbagliato a priori nel far sparire la bandiera di un player che è indagato per aver truffato proprio il popolo di giocatori che dovrebbe rendergli onore osservandolo su queste pareti. Ma un po’ di responsabilità delle proprie azioni non guasterebbe di certo.