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Daniel Negreanu, mattatore rompiscatole dell’One Drop
Che Daniel Negreanu fosse un personaggio decisamente istrionico, lo si sa già da tempo. Le sue “scenette” viste in televisione sono da sempre memorabili, e il suo humor lo rende uno dei giocatori più amati dal pubblico.
Quello che mi sono sempre immaginato, però, è che il buon Daniel tirasse fuori il suo eclettismo più estremo soltanto davanti ad una telecamera, per questioni di show-business e immagine.
Beh, vederlo dal vivo alle WSOP mi ha fatto capire che, decisamente, non è così. Negreanu è una macchinetta, un bambino iperattivo che non riesce a stare zitto e fermo nemmeno per un minuto, che continua ad alzarsi dalla sedia, che parla a voce troppo alta, che ride in modo sguaiato.
Oggi il pro canadese all’One Drop era seduto di fianco alla fettuccia che separa i tavoli dal pubblico… ed è stato ancora peggio del solito. Non erano gli spettatori a rivolgersi a lui, ma il contrario, come se George Clooney andasse a chiedere “posso firmarti un autografo?” a tutti quelli che vede alla cerimonia degli Oscar.
Già, la cerimonia degli Oscar. Perché non è che Negreanu stesse giocando ad un torneo da mille dollari, che sono oggettivamente bruscolini per un pro del suo calibro. Il Big One High Roller, il torneo più costoso delle WSOP 2013: l’ingente spesa da 111.111 $, il primo premio da più di quattro milioni di dollari, i più famosi pro sparsi per i tavoli: niente ha frenato il teatrino Negreanu, nemmeno per un secondo.
E ho iniziato anche a capire che Daniel non è così amato dai colleghi come lo è dal pubblico “esterno”: i montaggi televisivi lo fanno sembrare simpatico, arguto e umoristico, quando in realtà il suo atteggiamento è esagerato, chiassoso, “inappropriato” per usare una parola che piace tanto agli americani.
Un esempio lampante? Beh, lo abbiamo visto molto impegnato a pavoneggiarsi con una delle massaggiatrici presenti in tutta la sala. Che, attenzione, non si lasciano certo andare a canottiere scollate e atteggiamenti civettuoli come quelle che abbiamo visto in alcuni eventi italiani ed europei: qui al Rio le massaggiatrici sono sì belle ragazze, ma dall’impronta totalmente professionale.
La povera ragazza, visibilmente messa a disagio dagli approcci “non proprio indiretti” del pro canadese, ha cercato più volte di cambiare discorso e di riportarsi al massaggio, ma non c’è stato verso: Daniel, in visibilio per la presenza del pubblico, ha dato il meglio/peggio di sè con allusioni piuttosto volgari e – come al solito – a voce altissima. Non benissimo!