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Planet Hollywood: tra il raffinato e il pacchiano
Non saprei trovare un solo aggettivo per il Planet Hollywood Casino, che si trova sulla Strip di Las Vegas. In attesa di visitare le mie prossime mete come Aria, Venetian, Wynn e Caesar’s Palace, il PH è senz’altro il luogo che mi ha impressionato di più.
E’ una full immersion nella cultura statunitense, un simbolo della Las Vegas che sta costantemente cambiando. I “vecchi” casinò come Flamingo e Harrah’s sono belli, colorati, luminosi, invitanti, ma cominciano ad avere una patina di stantìo decisamente visibile. Se si attraversa Flamingo Road e si va verso sud, la musica cambia: il marciapiede della Strip è più largo, se possibile c’è ancora più gente, il paesaggio è dominato dalla torre e dalla mongolfiera del Paris e, in generale, si respira più aria di nuovo.
Si arriva al Planet Hollywood e si deve salire per le scale mobili, perché è tutto sopraelevato. Primo bonus, perché un sacco di gente si ferma in alto per vedere le fontane del Bellagio, rendendo questo “pianerottolo” uno dei luoghi più vitali della Strip. Si entra, ed il casinò è nuovissimo e scintillante. Ovviamente si vedono le stesse cose che si possono trovare in qualunque altra casa da gioco, con slot machine, tavoli da blackjack, roulette, dadi ed una piccola poker room, ma il pavimento è più colorato, il look è più moderno, l’atmosfera è più invitante. Un esperimento di marketing e comunicazione, a mio avviso perfettamente riuscito.
Io al Planet Hollywood avevo una meta ben precisa: non potevo perdermi Gordon Ramsay BurGR, uno degli ultimi locali aperti dallo chef/imprenditore scozzese. In poche parole: l’hamburger più buono che abbia mai mangiato, con un antipasto e un bicchiere di tè ghiacchiato, a 40 $. Secondo me se li sono meritati fino all’ultimo centesimo ma, si sa, la gola è il mio punto debole.
Esco con la pancia piena e mi avventuro nel “vero” Planet Hollywood. Già, perché a vedere la mappa (che trovate qui sotto), il casinò non è che una piccola parte del complesso, che comprende anche l’arena-teatro “PH Live” e, soprattutto, infiniti negozi: è una “shopping mall” che prende il nome di Miracle Mile Shops. E qui, ovviamente, la gara è a chi attrae più clienti, con neon, luci e colori peggio che dentro al casinò stesso. Le marche ci sono tutte, dall’economico al costosissimo, da Volcom a Guess, da H&M a Napoleon passando per Sephora, Vans, Victoria’s Secret e qualche altra decina di brand “famosi” che ho prontamente rimosso dalla memoria.
Ma non siamo ancora arrivati al massimo del kitsch, che si raggiunge dopo qualche decina di metri di camminata. Si svolta l’angolo e ci si ritrova in una situazione surreale: siamo all’aperto o al chiuso? Vedendo la foto mi riderete dietro per questo dubbio, ma vi assicuro che per un attimo il cervello non capisce che fuori è notte, e che a Las Vegas non ci sono mai le nuvole, e che ci sarebbero 35 gradi invece dei 22-23 condizionati… ed il cupolone con il cielo dipinto fa credere di essere tornati fuori all’aperto.