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il 9 Lug 2013

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Il documento falso di Phil Ivey

Il documento falso di Phil Ivey

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Ogni anno sono sotto i riflettori delle World Series Of Poker, e stavolta li abbiamo incontrati anche noi. Per tutta la giornata se ne stanno seduti al Rio, appena fuori dalla fettuccia che separa i tavoli dalla zona spettatori, il più vicino possibile al tavolo di Phil Ivey, a fare il tifo per lui che gioca il Main Event WSOP.

Mel e Pat, oltre che davvero affezionati al nove volte braccialettato, sono anche molto cordiali e disponibili con tutti i presenti. E mi spiegano: “Non siamo un fan club di Phil Ivey, siamo suoi amici da tanto tempo, e veniamo a seguirlo a Main Event da quattordici anni ormai!”

Il cappellino di Mel è quello della nuova scuola/room Ivey Poker, con il logo che sta dominando le WSOP di quest’anno, segno che i due supporter si tengono al passo coi tempi. Ma come sono diventati amici di Ivey?

“Giocavamo insieme nei casinò di Atlantic City una ventina di anni fa, quando lui era all’inizio della sua carriera. Abbiamo fatto amicizia, e anche se non giochiamo più agli stessi tavoli, ogni anno veniamo qui dal New Jersey a fare il tifo per lui.” Perché?Per Phil! Non basta come motivazione?”

C’erano anche nel 2009, quando Ivey era riuscito a raggiungere i November Nine del Main Event, e sono tornati a Las Vegas in autunno: “E’ stato bellissimo, eravamo sul palco del Penn & Teller Theater qui al Rio. Poi purtroppo è successa quella mano contro Darvin Moon, Ace-King contro Ace-Queen, e al flop è arrivata un’altra Queen.” Pat si rabbuia mentre mi racconta di quell’episodio, ci tiene davvero ai risultati di Phil.

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Li ringrazio e li saluto, ma Mel mi ferma. Sta rovistando nel portafoglio, e non capisco cosa cerca. Poi mi mostra una tessera: “Vedi le iniziali? Me l’ha regalata Phil quando ha smesso di giocare con il falso nome di Jerome Graham, che usava prima di compiere 21 anni”.

E io rimango a bocca aperta, davanti ad un pezzo di storia del poker, forse il più significativo che mi è passato davanti agli occhi in questa trasferta a Las Vegas: un documento che attesta la veridicità del mito di “No Home Jerome”.

Phil Ivey veniva infatti chiamato così perchè era sempre al Casinò (e quindi No Home.. senza casa) e sul documento aveva il nome falso!

jerome-graham

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