“Phil Ivey? Quest’anno è nervosetto!”

Quando si chiacchiera con Marco Della Tommasina, gli spunti di conversazione non mancano mai, vista la simpatia del personaggio. Ma stavolta l’argomento è uno solo: Phil Ivey!

Il rounder italiano, infatti, ieri ha condiviso il tavolo del Main Event con il nove volte braccialettato del New Jersey. E non è stata una convivenza facile, ci racconta Marco: “Io ero a questo tavolo da un po’ di tempo, avevo adocchiato tre fish che avrebbero potuto regalarmi sicuramente un po’ di chip. Poi è arrivato Ivey, e in poche mani ha capito la situazione… tempo due orbite e si è messo a 3bettarmi ogni volta che li isolavo!”

Della Tomma sarà riuscito a togliersi la soddisfazione di vincere un piatto contro Ivey? “Purtroppo no, sono stato ore e ore al tavolo con lui… e ho sempre visto cartacce. Avevo tanta voglia di metterlo ai resti in bluff, girargli 92 off e dirgli di andarsele a giocare che sono buone per il blackjack, ma alla fine mi sono contenuto!”

Si ride, come sempre con Marco. Ma poi gli chiedo di confermare una mia sensazione: Phil Ivey quest’anno al Main Event è nervoso?

“Come no! C’è da dire che i fotografi e i giornalisti non lo lasciavano stare un attimo, soprattutto gli spagnoli che gli stavano davvero attaccati. Però lui era molto silenzioso e sembrava davvero teso. Un signore anziano al mio tavolo ha continuato a chiedergli per diversi minuti se fosse originario della California: alla decima volta, Ivey lo ha gelato con lo sguardo e ha mormorato qualcosa riguardo all’essere cresciuto nel New Jersey.”

Conoscendo il personaggio, la tensione non sarà sicuramente dovuta all’importanza dell’evento, quanto probabilmente alla grandezza delle scommesse che avrà piazzato sulla propria performance al Main Event. Un’altra ipotesi è che non abbia troppa voglia di stare al Rio quando sulla Strip si giocano partite cash game milionarie con Gus Hansen e alcuni miliardari arrivati da Macao.

Purtroppo Marco è stato eliminato ad inizio day 3, non senza rimpianti: “Dopo Ivey, mi hanno spostato di tavolo, e sono finito in quello con marito e moglie. Tutti che limpavano, foldavano, ridevano, scherzavano. Un corto a fine giornata ha mandato i resti e il grande buio sperava di spillare brutte carte per non doverlo eliminare, gli stava troppo simpatico. E io mi chiedevo, ma perché sono dovuto stare sette ore al tavolo con Phil Ivey, che se mi mettevano subito qui avevo il doppio delle chip? (risate)”