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Silvio “MisterSly” Crisari e la sua Las Vegas
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Ai tavoli del day 1B del King Of Poker di Nova Gorica c’è anche Silvio “MisterSly” Crisari: il romano, sorridente come sempre ai tavoli del Perla, il mese prossimo tornerà nella città che ha dato i natali alla sua carriera pokeristica, ovvero Las Vegas.
“Nel 1994 ero a Las Vegas, e scoprii il Texas Hold’em. Allora si parlava di tavoli Limit, e soltanto in modalità cash game: no limit e tornei erano per me sconosciuti. Mi piaceva quel nuovo gioco, ingenuamente mi sembrava molto facile rispetto al poker a cinque carte italiano: le carte sono quasi tutte lì per terra, le posso vedere, solo due sono nascoste…”
La svolta da passione a professione però è arrivata solo molti anni più tardi, ovviamente sempre a Vegas. “Io vivevo a Roma e facevo di mestiere l’ottico e l’allenatore di calcio a 5. L’allenatore dei miei portieri era Cristiano Blanco: io non sapevo giocasse a poker, e me lo ritrovai a Las Vegas, dove mi convinse a provare la modalità torneo che non avevo mai giocato.”
Un primo impatto davvero eclatante con questa “nuova” modalità di gioco per Silvio che si iscrisse ad un side event da 1.000 $ della serie Wynn Classic… e arrivò secondo per 32.000 $! Da lì in poi, ci spiega, “mi ritrovai catapultato nel mondo poker senza sapere nemmeno bene di cosa si stesse parlando! Uno sponsor inglese mi propose un contratto con delle clausole vantaggiosissime… che Cristiano Blanco mi suggerì di firmare al volo, e da lì iniziò la mia vera carriera di pokerista, poi proseguita con ScommesseItalia e ora con BetItaly.”
Come ogni anno “MisterSly” tornerà a Las Vegas per giocare il main event del Wynn Classic da 5.000 $ di buy-in, che per la prima volta si terrà anche ad ottobre oltre che a marzo. E dal suo primo impatto con gli MTT ne è passato di tempo… ora Silvio ha l’esperienza di un torneista. “Andrò a Vegas una settimana prima del Main Event, per giocare qualche side, anche di varianti diverse dal Texas Hold’em, e per giocare i satelliti. Questi ultimi negli Stati Uniti sono davvero convenienti, perché si iscrivono sempre tantissimi player e di conseguenza ci sono molti posti a premio. I giocatori statunitensi non sono abituati a giocare tornei dove arrivare primo è uguale ad arrivare trentesimo, hanno la mentalità da primo premio, mentre noi italiani siamo più attenti – forse troppo – all’arrivare ITM: nel caso dei satelliti, però, è un gran vantaggio per noi!”