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il 4 Mag 2015

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Max Pescatori quinto alla Tilt Poker Cup: “Il vero compito di noi poker pro è far divertire al tavolo!”

Max Pescatori quinto alla Tilt Poker Cup: “Il vero compito di noi poker pro è far divertire al tavolo!”

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Si chiude in quinta posizione l’avventura di Max Pescatori al Main Event della Tilt Poker Cup.

La fase 5-handed risulta fatale al ‘pirata’, che  dopo aver perso due colpi importanti in coin-flip si trova a dover mandare i resti con K 4 trovando il call di Davide Goffredo con A 8.

Eppure le cose sembravano essersi messe per il verso giusto nelle fasi precedenti, ma d’altronde con l’aumentare dei blind è difficile riuscire a sopravvivere dopo due showdown sfortunati.

Rimane comunque l’ottima performance per l’ambasciatore del poker italiano, con due tavoli finali in quattro giorni – uno nell’evento H.O.R.S.E di giovedì vinto da Michele Limongi, e il secondo al Main Event – entrambi conclusi al quinto posto.

Se poi aggiungiamo la settima posizione al WPTN di quindici giorni fa sempre qui a Venezia, arriviamo a tre final table su tre.

Insomma, i tornei low buy-in sembrano essere diventati terreno di conquista per il Pesca:

In Italia oramai ci sono questi – esordisce Max –  è in target ed è giusto parteciparvi. Poi il WPTN non è nemmeno da considerarsi low-buy in quanto è il massimo che si può giocare in Italia attualmente

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Solo una questione di offerta quindi? Non esclusivamente:

Promuovendo un brand come PokerClub è giusto farmi vedere in tornei dove ci sono altri italiani. Poi allo stesso tempo riesco a star vicino alle persone a me care, come ad esempio mia mamma, assentandomi solo qualche giorno quindi quando posso gioo questi eventi. Adesso però andrò a Las Vegas per un po’ e alle World Series giocherò buy-in più alti. Se la sfortuna arrivata nel momento in cui ero  quinto non mi seguirà fin là magari potrei fare qualche bel risultato

A detta di un regular come Italo Modena, intervistato proprio questo pomeriggio dopo aver sbollato il final table, il field dei low buy-in può considerarsi vantaggioso per i più esperti. Una buona lettura del gioco, la capacità di cogliere piccoli tell e perché no, anche del buon trash-talking per carpire informazioni importanti:

Io non faccio trash-talking, ma essendo un professionista ho il mio carattere e diciamo che faccio divertire le persone. Perché la maggior parte viene qua per divertirsi e non soltanto per vincere i soldi, e un vero professionista deve farli divertire. Spesso i giocatori pro non sono capaci a far questo, perciò poi la gente si allontana dal poker. Anche quando elimino un giocatore lui con un sorriso viene lì, mi stringe la mano ed è contento di aver giocato. Questa è una politica che abbiamo in pochi in Italia, ovvero quella di far divertire le persone, ma a parer mio è il miglior  modo comportarsi, è parte del nostro lavoro. La gente mette i soldi come noi, quindi è giusto trattarli con rispetto avendo un certo modo di fare senza fare gli sbruffoni

 

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