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WPTN – Enrico Mosca e la nuova frontiera della bolla: “Aggrare chi intende bullare il tavolo!”
Siamo nel corso del penultimo break di giornata ed Enrico Mosca, protagonista per tutto l’arco del day, si presenta sorridente in area stampa.
La vecchia volpe torinese ha infatti incrementato vertiginosamente il suo stack in zona bolla, facendo leva sui classici timori dei player meno scafati e riuscendo a salire da 300.000 a 600.000 gettoni.
“Avevo un tavolo piuttosto loose, ma una volta arrivati a -3 dalla bolla in tanti si sono chiusi a riccio. Mi ha particolarmente colpito una signora che fino a quel momento stava insospettabilmente picchiando come un fabbro e si è improvvisamente fermata proprio quando conta. Ha iniziato a flattare degli open raise e io ho avuto la possibilità di squeezare più di una volta…”
Enrico crede che tanti giocatori non abbiano la giusta sensibilità per gestire questo tipo di situazioni. E gli errori, anche i più elementari, sono quasi la routine:
“Ci sono tanti ‘over’ che hanno paura a pushare pre con A-K, A-Q; preferiscono tribettare, ma non hanno la dimestichezza nel gioco post flop e si fanno puntualmente outplayare se non scendono le loro. Uno spot che rende bene l’idea l’ho giocato proprio pochi minuti fa. Apro a 16.000 chips – x2 – con A9, flatta un player in posizione e un signore che gioca per 140.000 rilancia 54.000 dai blinds. Ovviamente ho flattato cercando di sfruttare la posizione. Su flop J98 checko behind, ma sul 7 al turn e il suo secondo check decido di metterlo direttamente all-in. Lui passa mostrando A-K”.
E’ evidente come queste giocate si possano effettuare con un field non esattamente improbo:
“Questi trucchetti puoi usarli solamente quando abbiamo diversi amatori al tavolo. Se ci troviamo di fronte a dei professionisti il discorso cambia radicalmente. Lì non puoi permetterti di aprire più di tre mani in zona bolla, perché difficilmente verrai perdonato. In quel caso credo sia molto più efficace cercare di giocare la controbolla, ovvero aggrare chi sta cercando di bullare il tavolo. Squeezare all-in con mani marginali, ma dalla discreta equity come i connectors suited è una giocata rischiosa ma che può permetterti di fare chips fondamentali per il prosieguo del torneo”.
L’appunto di Mosca è rivolto in particolar modo ai connazionali azzurri:
“Qui ci sono tanti stranieri e devo ammettere che sono mediamente più esperti e smaliziati. Non credo sia un caso che a 40 left siano più loro che noi. In questa fascia di tornei, intorno ai 1.000€ di buy-in, ci sono giocatori che hanno davvero un curriculum notevole. Il primo nome che mi viene in mente è quello di Paul Testud, che ho al tavolo da circa 2 ore. Difficile s’inventi qualcosa di straordinario, ma sa come gestire certe situazioni: in bolla ha aggrato più di me!”