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Ricardo Juan Graells, il vincitore del primo WPT National: “Cambiamenti positivi”
Era il mese di maggio 2012: al Casino de la Vallée di Saint-Vincent faceva il suo esordio il circuito WPT National, la serie di tornei live sponsorizzati da Gioco Digitale che ha sostituito lo storico brand Poker Grand Prix.
In quell’occasione a piazzarsi davanti a tutti, vincendo un durissimo tavolo finale contro player come Fausto Cheli, Simone Ferretti, Claudio Rinaldi, fu lo svizzero di origine spagnola Ricardo Juan Graells, che abbiamo ritrovato più di tre anni dopo ai tavoli di questa tappa WPT National al Casinò di Venezia.
“E’ passato tanto tempo dalla mia vittoria a Saint-Vincent” ci racconta Graells “ma non sono cambiate tante cose. Ho giocato molte delle tappe WPT National e credo che il livello dei giocatori, del field, sia rimasto costante nel tempo. Forse un po’ meglio, più soft, da quando il buy-in è sceso da 1.500 a 990 €. La struttura è bellissima, siamo a metà del day 2 e l’average è ancora di cinquanta bui, è fantastico. E giocando molti livelli al giorno si riesce anche a concludere il torneo in tre giorni di gioco, day 1, day 2 e final day, anche perché i livelli al day 1 adesso partono da 40 minuti.”
“Quando ho vinto io a Saint-Vincent erano quattro giorni di gioco, farne tre è molto meglio per chi lavora. Si gioca sabato e domenica, e al lunedì si rimane soltanto se si è già sicuri di vincere un buon premio.” Continua lo svizzero: “I cambiamenti in questi tre anni sono stati piccoli, ma tutti positivi. Credo che l’organizzazione del WPT e di Gioco Digitale abbiano fatto un ottimo lavoro parlando anche con i giocatori per capire bene in che direzioni muoversi.”
Avendo l’occasione di chiacchierare con un giocatore proveniente dall’estero, gli abbiamo fatto anche la fatidica domanda: cosa ne pensa del poker italiano rispetto allo stile di gioco di altri Paesi?
“Io gioco molto in Spagna e in Francia. Il livello nel nord della Francia, a Parigi, a Lione, è più alto. Nella Francia del sud invece è circa uguale a quello italiano, e anche a quello spagnolo. Devo dire che questa zona, Spagna-Italia-Francia del sud… è quella che ha il peggior gioco di tutta Europa! I top 30 italiani sono fortissimi, così come i top 30 francesi e spagnoli, ma sotto di loro ci sono tantissimi fish. In Germania, in Regno Unito, in Scandinavia il livello è più alto. Soltanto i giocatori sudamericani li considero peggio di quelli di questa zona: ho giocato contro tanti player argentini, tantissimi hanno uno stile loose-aggressive e commettono troppi errori.”