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Andrea Benelli all’assalto di Vegas: Sono carico, starò dall’inzio alla fine. E se arrivasse il braccialetto…
Direzione Las Vegas e ritorno, con una valigia di belle speranze.
Con le WSOP che iniziano a entrare nel vivo, il plotone degli azzurri all’assalto di Sin City si arricchisce di un’altro alfiere: Andrea Benelli.
Quindicesimo nella all-time money list nazionale ma di fatto nella top10 se escludiamo i vari Candio, Bonavena, Buonanno, Isaia, Minieri e Dato, la cui presenza alle Series è tutto fuorché scontata considerando la loro scarsa presenza nei circuiti live da qualche anno a questa parte.
Il player toscano è tornato alla carica dopo i buoni risultati maturati del 2018 (tra cui un runner-up all’IPO per 134mila euro) cominciando il 2019 nel migliore dei modi grazie alla deep-run sfumata sul più bello all’High Roller PCA delle Bahamas, valsa comunque la bellezza di 56.800$.
Lo abbiamo intercettato a poche ore dalla partenza, per chiedergli in che modo si fosse preparato ad affrontare questa nuova avventura oltreoceano:
“Ho fatto uno schedule da 30k di tornei – esordisce Andrea – Ho pianificato di fare tutti i NL Hold’em del Rio più qualcosa al Venetian per concludere, ovviamente, col Main Event.”
L’ottimo piazzamento all’High Roller PCA è sotto gli occhi di tutti, anche se Andrea confessa di esser tornato a casa con l’amaro in bocca:
“Quest’anno è iniziato bene col 25k per il quale avevo vinto il ticket a Campione. Peccato perché se avessi trovato il coraggio di fare un hero call avrei chiuso molto probabilmente in top 15, ma non sto certo qui a lamentarmi.”
Ti rivedremo schierato a qualche altro high roller in futuro?
“Non ho mai pensato, almeno per ora, di giocare gli high roller. Poi nella vita non si sa mai, ma nel caso giocherei basso, al 25/30% massimo. Vediamo comunque come andranno le cose a queste WSOP e a Barcellona, ma non l’ho mai messo in conto insomma. L’unico high roller che ho giocato é stato proprio quello delle Bahamas, un’esperienza davvero fantastica! Per il resto mi auguro che vada tutto bene, soni molto carico e spero che queste WSOP portino bene…”
Meglio un successo all’EPT o un braccialetto?
“Ovviamente arrivare in fondo all’ EPT è qualcosa di molto prestigioso, in carriera mi é già successo tre volte di centrare il final table, ma vincere un braccialetto alle WSOP ha sicuramente un altro sapore…”
Andrea non nasconde l’entusiamo per questa 50° edizione delle World Series Of Poker, non a caso il ritorno è fissato dopo la fine del Main Event:
“Quest’anno ho deciso di fare le World Series dall’inizio alla fine, infatti ho preso il biglietto di ritorno per il 15 luglio. Siccome alloggio al Venetian faró anche qualche torneo là, ho visto lo schedule ed è molto bello, quindi nei giorni in cui non ci saranni eventi al Rio non disdegneró schierarmi al Venetian. L’auspicio é quello di fare qualcosa di importante, il che sarà sicuramente un’impresa dato che alle WSOP la maggior parte dei tornei hanno field enormi da oltre 2.000 persone. Non è affatto facile arrivare in fondo ma ci proveró e vedremo quel che ne uscirà fuori: le somme le tireró il 15 luglio, al mio ritorno in Italia!”
E allora in bocca al lupo al nostro Andrea, nella speranza che riesca a portare in patria quel braccialetto che all’Italia manca dal 2015, anno in cui Max Pescatori riuscì a conquistarne addirittura due. (qui la lista degli azzurri capaci di vincere almeno un titolo alle World Series)