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Come ha reagito Phil Ivey quando l’avversario gli faceva vedere le carte al Poker Player Championship WSOP
Il poker è un gioco di piccoli vantaggi, giusto?
Una vena che pulsa in modo anomalo, un timing diverso dal solito, una smorfia, un accenno di nervosismo…
Qualsiasi “hint” proveniente dai nostri avversari costituisce un’indicazione che, a seconda della nostra abilità di leggere la situazione, può trasformarsi in qualcosa di molto prezioso.
Mettiamo caso che…
Ora, immaginate di trovarvi al tavolo da gioco e notare che l’avversario accanto a voi spilla le carte in una maniera tale per cui riuscite a intravederle. Anzi, alziamo la posta.
Supponiamo che il torneo che state giocando non sia uno qualsiasi, ma si tratti di un evento WSOP.
O meglio, uno tra gli eventi più prestigiosi dell’intero palinsesto, come ad esempio il Poker Player Championship da 50.000$.
Come se non bastasse, vi trovate in un tavolo particolarmente difficile, con giocatori del calibro di Shaun Deeb, Daniel Cates e perché no, l’esperto Talal Shakerchi che forse in molti sottovalutano ma che in fondo, nei tornei che contano, è sempre lì a combattere per le prime posizioni.
Ma non è tutto, siete anche in una fase particolarmente delicata: vi trovate infatti chipleader a 11 left con in palio, oltre al braccialetto, un premio da oltre un milione di dollari.
Ah, dimenticavamo un dettaglio: l’avversario che inavvertitamente rivela le sue hole cards si trova alla vostra sinistra.
Il che, considerando il vantaggio derivante dalla posizione, potrebbe indurlo a puntare qualche strada in bluff sfruttando appunto questo piccolo vantaggio strategico. Cosa che, a carte viste sortisce esattamente l’effetto contrario, ovvero potrebbe portarlo a mettere in mezzo più chip del solito pur non avendo la mano migliore.
Ora diteci: vi verrebbe mai in mente di “giveuppare” questa preziosissima informazione suggerendogli apertamente di stare più attento?
Vi riveliamo un segreto. Quanto appena raccontato non è frutto della nostra fantasia, ma è realmente accaduto questa sera al Day 4 del Poker Player Championship.
Giù la maschera…
Il protagonista? Non uno qualsiasi, bensì Phil “The King” Ivey.
“Hey, fai attenzione quando guardi le carte…Riesco a vederle, prova a tenerle un po’ più verso di te!”
Silenzio al tavolo per qualche secondo.
L’avversario in questione risponde al nome di John Esposito, non esattamente il signorotto del circolo accanto considerati i 3,2 milioni di dollari incassati in carriera.
Esposito però, lo guarda quasi imbarazzato e ringrazia: “Scusa, non me n’ero accorto.”
I commentatori rimangono basiti e si chiedono esattamente quel che ci siamo chiesti noi prima di scrivere queste righe: chi mai si sarebbe sognato di svelare questo piccolo segreto al nostro avversario?
E voi che avreste fatto?
La domanda ora la rivolgiamo apertamente a voi: che avreste fatto al posto di Phil Ivey?
Di certo Phil non avrà bisogno di questi escamotage per avere successo, ma l’adagio “l’occasione fa l’uomo ladro” non sarà stato mica inventato da qualche buontempone così su due piedi.
E nel poker i benefattori (quelli consapevoli perlomeno) non sono sicuramente all’ordine del giorno…
Pensatela come volete, non siamo qui a biasimare nessuno, ma se c’è un motivo per cui Phil Ivey è ancora uno tra i più grandi al mondo, se non proprio il numero uno, la ragione sta anche dietro questo atto di galanteria verso il suo avversario.
Col senno di poi…
Giusto per la cronaca, Ivey ha chiuso la sua corsa in ottava posizione, mentre John Esposito si trova ancora in gara e questa sera ripartirà col 4° stack in gioco tra i sei finalisti che andranno a contendersi il braccialetto.
Probabilmente, tenendo la bocca chiusa le cose sarebbero andate diversamente, ma quando un campione del calibro di Ivey fa sfoggio della sua sportività, tributargli un plauso è quantomeno doveroso.
Lunga vita a “King” Phil, o meglio “Sua Onestà” Phil Ivey!
Foto cover by Pokernews