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Le critiche di Hellmuth a Sammartino: lo definisce una calling station in heads up
In diversi momenti critici dei giorni scorsi, solo i più ottimisti potevano sperare di vedere poi Dario Sammartino all’heads up finale del Main Event WSOP.
Pensate a quando Dario era corto a 100 left. O a quando si ripresentava in fondo al count a inizio Day 9 e inizio Day 10. Eppure nelle fasi più calde il nostro Dario ha resistito ed è arrivato a giocarsi il braccialetto più ambito.
L’esaltazione dei pokeristi italiani ha raggiunto i massimi livelli durante alcune fasi a tre left e nel testa-a-testa decisivo, perché finalmente il nostro Dario poteva contare su uno stack profondo. Dario è stato anche chip leader stanotte al Rio di Las Vegas e tutti noi speravamo concretamente, a quel punto, di vederlo diventare campione del mondo.
Le cose però non sono andate come volevamo nel duello contro Hossein Ensan. Il tedesco di origini iraniane si è dimostrato un player astuto e navigato, con la dea bendata dalla sua parte.
In tanti piccoli pot Ensan ha legato il board, mentre il nostro Sammartino si è dovuto spesso inventare delle chiamate al limite per provare a fare un po’ di chips.
Qualcuno ha riconosciuto a Dario che non poteva fare molto per ribaltare il trend. Altri sono stati più duri con l’italiano e lo hanno criticato per come ha giocato le mani più importanti della sua carriera.
In una pausa dell’heads up, in particolare, su ESPN è stato alquanto critico il duo di commento composto da Maria Ho e Phil Hellmuth.
Ecco cosa ha detto Maria: “Abbiamo visto molti river in questo heads up. Vuol dire che i giocatori vogliono davvero darsi battaglia e sono abbastanza onesti. Non stanno bluffando“.
Hellmuth è entrato a gamba tesa: “Concordo. In diverse mani mi è piaciuto molto Ensan quando ha puntato su tutte le strade mentre non mi è piaciuto affatto Sammartino che non voleva mollare dei punti modesti. L’italiano è diventato una calling station in pratica. E contro avversari così è facile fare chips. Basta sparare ogni volta che si lega top pair o punti più alti“.
Quando ancora non si conosceva l’esito finale del Main, il critico Hellmuth ha aggiunto: “Dario aspettare mani migliori e cominciare a chiamare un po’ meno con bottom e middle pair. Il suo avversario gioca con un range più strong. Il poker è un gioco, specialmente in heads-up, dove adattarsi all’avversario è la chiave per vincere. Magari un po’ di fantasia in più in certe circostanze non guasterebbe“.
L’epilogo del Main Event WSOP (©Jamie Thomson for PokerNews)
Diciamo che alla fine Dario ha provato a inventare qualcosina, attendendo il turn nell’ultimissima mano per pushare con un draw di colore e di scala. Purtroppo per lui si è scontrato contro due kapponi… Curiosità: il Main delle WSOP non era mai terminato prima con K-K o A-A in mano al vincitore!
Sui social ovviamente i commenti si sono sprecati. In molti hanno colto della stanchezza sul volto di Sammartino. Qualcuno ha scritto: “Non ha la faccia del killer“.
Qualcuno poi dà la colpa del crollo finale al rail italiano che è stato molto rumoroso. Ma non avrebbe dovuto disturbare l’avversario tedesco? Proveremo a interpellare gli interessati, ma sarebbe davvero una beffa se il tifo italiano si fosse rivelato controproducente in un momento così importante…
La mano finale del Main Event WSOP