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Niccolò Caramatti e l’Omaha: “I giocatori bravi sanno fermarsi al momento giusto”
Niccolò Caramatti, specialista di Texas Hold’em, nella seconda fase delle qualificazioni per la Nations Cup ti sei trovato a dover giocare in quella che non è la tua disciplina: Pot Limit Omaha. Com’è l’Omaha?
Non avevo mai giocato omaha ad un livello alto quanto quello del field di questo torneo. Lo gioco occasionalmente online dove è ovvio che i tavoli siano più semplici.
Per quanto io sia un esperto di poker, devo ammettere che, probabilmente, per la prima volta mi sono trovato in difficoltà. Ho notato una netta differenza con il NLTHE perchè i professionisti di Omaha fanno molto meno errori di quelli che si possa pensare.
Possiamo dire che ti sei sentito un “fish” fuor d’acqua?
Nonostante io non sia uno specialista di Omaha, mi trovo a mio agio giocando su Sisal.
Il gioco è apparentemente semplice: hai 4 carte e puoi incastrare un sacco di combinazioni, ma i giocatori più bravi riescono quasi sempre a capire quando sono davanti oppure a lasciare la mano in situazioni borderline dove io, personalmente, avrei continuato. Insomma: sanno fermarsi al momento giusto.
Perché un giocatore dovrebbe avvicinarsi all’Omaha?
Innanzitutto è molto divertente: non esiste una mano di gran lunga favorita, di conseguenza è emozionante giocare il flop.
Poi c’è da dire che a Omaha o sei molto bravo, o sei molto scarso: non esistono vie di mezzo: quelli molto bravi sono molto più bravi dei giocatori di medio livello.
C’è gente che gioca Hold’em a caso; a Omaha invece prevale la tecnica. Questo gioco richiede grandi capacità tecniche.
E’ davvero strano parlare così tanto di un gioco che non è la mia specialtà.
Sarà anche interessante, perchè probabilmente l’unico articolo dove Caramatti parla di Omaha.
Dopo questo torneo, molto probabilmente, non mi sentirete più parlare di Omaha 🙂
Gianvito Rubino