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Venezia IPT luglio 2009 – Reportage di TonyG
Eccomi qui, lontano dal poker, lontano da chips, lontano da casinò in terraferma o nel cyberspazio. Davanti a me solo mare blu, profondo blu, come solo il mare di Capri sa essere. Anche i rounders hanno le loro vacanze. Sulla necessità di finalizzare le vincite ottenute e godersele potremo ritornarci in futuro, credo che sia una cosa assolutamente necessaria, per avere motivazioni e concentrazione.
A luglio sono stato a Venezia, per l’Italian Poker Tour, magnificamente organizzato dai Pagano’s, con Luca questa volta nella veste di giocatore (d’altronde è pur sempre Pokerstars.it a fare gli onori di casa).
Il torneo inizia alle 14,30, ma io pur finendo di lavorare alle 10,30 me la prendo comoda e parto verso mezzogiorno, ben sapendo che arriverò a torneo già iniziato. D’altronde sono già iscritto, per cui il posto al tavolo c’e’.
Mi sono preso uno splendido albergo, un 5 stelle in località Cannaregio. Il traghetto da Piazzale Roma ci mette circa 30 minuti per sbarcarmi proprio accanto all’albergo. La zona è meravigliosa: pur essendo il 31 luglio, pur essendo Venezia piena di turisti, nelle calli attorno all’albergo solo pochissimi passanti, non è in una zona di transito. Si può più facilmente immaginar com’era Venezia quando non era meta di turismo di massa. Soli 5 minuti a piedi, due ponti e due tre rettilinei e si arriva all’ingresso del casinò, super!
Mentre sto andando al casinò, sono circa le 15 e mi è appena arrivato un sms che è stato dato lo “shuffle up amd deal”, mi ricordo che sono completamente digiuno. Affrontare 4-5 ore di duro poker, quante me ne separono dalla probabile pausa cena, in quelle condizioni non mi sembra il caso, il caldo è torrido, ho anche una sete tremenda, e così passeggiare e infilarsi in un ristorante con in evidenza la scritta forno a legna è un tutt’uno: mi prendo una pizza margherita che con la fame che ho mi sembra eccezionalmente buona. L’avrei sposata con una birretta, ma ci rinuncio con compiacimento: niente alcol avevo deciso e niente alcol sia. La rinuncia mi ricarica la determinazione e così arrivo al tavolo alla fine del primo livello, praticamente con un’ora di ritardo, sono pronto per la tenzone. Da 20.000 chips di partenza me ne ritrovo 19450. magari se ci fossi stato avrei potuto fare molto peggio!
Al terzo livello la prima buona giocata. Io ho AK e sui blind 50-100 metto 500 per chiamare il bet di un giocatore che mi precede. Flop 8-9-10. Lui esce di 700 e io chiamo. Son convinto di avere un tell, sull’avversario e mi convinco che non abbia chiuso il punto. Sul turn viene giu’ un 9. lui betta 2200, io faccio call, mi rafforzo nella mia idea e son pronto a bluffare sul river. Il river e’ un A. Lui punta 5.000. Lo metto al massimo con un 10-x e faccio call. Lui butta le carte senza mostrare: vuol dire che aveva J, o anche meno.
Dopo il quinto livello vado ad apprezzare la cena. Buffet in piedi nella sala accanto, buono considerato che cucinano per tante persone ed e’ pur sempre una cena a buffet. Ora sono pronto per riprendere, ho circa 19.000 chips e l’unico piatto consistente che ho preso è quello che vi ho descritto.
Al sesto livello trovo 10-10. E’ la coppia più alta vista fino a quel momento. Faccio una giocata anomala e faccio limp per 300. Simone “babbolone” Coppari, pro ex Everest e che ora ha un nuovo sponsor rilancia a 1050. Io sono unico a fare call. Il flop viene 10-J-A rainbow. Perfetto, il mio limp preflop potrebbe portarlo completamente fuori strada. Io faccio check, lui punta 2500, io faccio istant raise a 7500 e Simone incomincia a pensare…………………………..(continua)…………………..
tonyg