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WSOP, La vecchia scuola e “quei grinder maleducati”
LAS VEGAS – Dici World Series of Poker oggi, e dal successo di Chris Moneymaker nel Main Event 2003 in avanti non si può non pensare che il Rio è diventato teatro di uno scontro generazionale tra i player della “old school” e gli scatenati “grinder on line”.
Per dirla con due nomi altisonanti potremmo azzardare, anche se poi non è che Durrrr si scomodi tanto spesso a mollare la Bobby’s Room del Bellagio per allungarsi fino al Rio, che l’essenza delle Wsop moderne è tutta nella sfida tra i “Doyle Brunson” e i “Tom Dwan”.
Oppure, restando a un livello più vicino a noi umani, tra un Michele Limongi e un Brandon Cantu, come avvenuto oggi ai tavoli dell’evento 48 delle Wsop, un 2.500 dollari mixed event.
“Certo che ‘sti ragazzini sono proprio maleducati nello stare al tavolo – confida Limongi al compagno di team Mauro Piacentino mentre al tavolo si gioca 2-7 triple draw e lui è “in pausa” visto che in questa disciplina si gioca a sei per volta e il tavolo è da otto – guarda quel Brandon Cantu.
Poco fa passano tutti, lui è di piccolo buio e lascia il blind al grande. Nel frattempo ci si accorge però che il livello dei bui era salito, e il dealer chiede a Cantu di pagare la differenza. Questo non ci sta, chiama il floorman che però gli dà torto e gli spiega che secondo la regola deve aggiungere quanto mancava perché a contare è quello che dice il tabellone”. Fin qui tutto bene.
Cantu però non ci sta neanche stavolta e chiede di parlare con un altro floorman iniziando a girare per tutta la sala in cerca di giustizia.
“Guarda tu come sono questi ragazzini che vengono da internet – conclude Limongi -. Vincono un torneo e pensano di sapere tutto loro e poter fare quello che gli pare”. Parole sante, Michele, parole sante. Anche se Cantu, a dirla tutta, di tornei live ne ha già vinti sette, compresi due braccialetti Wsop…